Il cambiamento viene definito “atto ed effetto del diventare diverso”. Anche prendere un treno può trasformarti perché, al di là delle schiere di santi invocati ogni volta che ne sparisce misteriosamente qualcuno o gli anatemi che lanciamo quando perdiamo una coincidenza, in realtà il cambiamento si mette già in moto quando prepariamo la valigia. Idee e speranze iniziano a prendere forma e ad accumularsi, insieme ai calzini e alle mutande più o meno messe alla rinfusa, in vista della meta da raggiungere.
La valigia che ho preparato in fretta e furia di notte per andare alla Giornata del traduttore 2016 era (letteralmente) gonfia di emozione, mi ci sono dovuta sedere sopra insieme al gatto per chiuderla, complice forse anche qualche cambio di troppo. Perché tutto questo entusiasmo? Sono andata per la prima volta un anno fa, molto incuriosita. Mi avevano detto che era un evento da cui torni arricchito, un’opportunità per imparare, aggiornarsi e scoprire. Così è stato: sono tornata a casa talmente carica di energie e ispirazione che quest’anno ho deciso di fare il bis.
No, nessuna sostanza stupefacente, forse il segreto è un ‘magico’ cocktail composto da pochi ingredienti fondamentali: coraggio necessario a uscire dal guscio; passione per il proprio lavoro; curiosità di scoprire nuove persone e nuove realtà per ascoltare punti di vista ed esperienze diverse dalle proprie; consapevolezza del fatto che il mondo va avanti e per sopravvivere e vivere meglio non si può restare fermi. Shakerare energicamente il tutto e servire con ghiaccio.
Quest’anno abbiamo affrontato il tema della creatività, ovvero come una semplice idea sia alla base di ogni progetto e di ogni cambiamento, là dove per creatività si intende quel “processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: la particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.”
Se con gli anni la tecnologia avanza, dobbiamo imparare a vederla come un’opportunità e non un nemico. Così come l’illustratore non può limitarsi a fare disegni a matita o ad acquarello, ma deve padroneggiare tavoletta grafica e Photoshop, allo stesso modo il traduttore, oltre a restare aggiornato sul mutare della lingua e della cultura, magari dovrà imparare ad usare i Cat Tool. Gli strumenti di traduzione assistita, possono aiutarlo a diventare più produttivo, unendo la velocità della macchina alla flessibilità e creatività proprie della mente umana, perché la novità diventa una minaccia solo se la si vive come tale.
Si tratta di elaborare nuove idee per sapersi reinventare, acquisendo nuovi superpoteri come la capacità di utilizzare i Cat tool, iniziare a consultare i corpora, conoscere nuovi software e gestire il linguaggio HTML. È un po’ quello che ho cercato di trasmettere nelle vignette che ho creato per la Giornata: spesso l’idea che abbiamo di noi stessi ci limita, lasciandoci definire da vecchi stereotipi e cattive abitudini. Solo un’idea può cambiarci: possiamo andare oltre i nostri limiti, ricalcolando la via da seguire come fanno i GPS.
Come diceva mia nonna, ‘non si nasce imparati’. Arriva sempre il momento in cui ci ritroviamo improvvisamente ‘analfabeti’ riguardo l’ultima novità che sta prendendo piede, perché quel che andava bene dieci anni fa ora non basta più e così sarà per gli anni a venire, è proprio per questo che la creatività è uno strumento fondamentale per affrontare il futuro.
È anche vero che servono gli stimoli giusti, e difficilmente si troverà ispirazione restando chiusi nel proprio ufficio senza cercare un confronto, senza ascoltare o vedere qualcosa di diverso ogni tanto. È per questo che appena posso cerco di partecipare ad eventi come questo, a corsi o progetti come la Bottega dei traduttori e CommonSpaces, perché collaborare con gli altri mi aiuta a trovare nuova ispirazione, si impara a definire la realtà in modo più ampio e variegato.
Circa tre anni fa, quando mi sono trasferita e, nonostante le varie difficoltà, ho dovuto ricominciare da zero, ho trovato una frase che mi ha colpito, e da allora sta ancora scritta nella lavagnetta in cucina:
Tutto ciò che esiste una volta era solo immaginato, e tutto ciò che esisterà dovrà prima essere immaginato: usa l’Immaginazione per configurare la vita che vuoi.
Wayne W. Dyer
Ed è proprio così, tutto quello che ci circonda all’inizio non era che la bozza di un pensiero, magari nato in una notte passata in bianco, dopo una chiacchierata con amici, o per qualche folle associazione mentale. Il computer o il cellulare da cui leggete questo articolo, i palazzi che vi circondano, gli stessi monumenti che disegnano il profilo della vostra città, tutto nasce da un’idea che improvvisamente ha cambiato qualcosa e pezzo per pezzo ha trasformato il mondo.
Per dire, questo è uno dei primi schizzi di Michelangelo mentre ideava i suoi affreschi per la Cappella Sistina:
Ci sono giornate che lasciano il segno, quella che ho passato a Pisa poco più di una settimana fa, mi lascia il piacere che ti solletica la gola quando ci ripensi, quella soddisfazione che hai quando torni via da un’esperienza che in qualche modo ti ha cambiato, soprattutto perché sei stata in compagnia di persone che lavorano con la tua stessa passione e trovi sempre più conferme di quanto il sacrificio e l’entusiasmo ripaghino.
Per quest’inverno, in attesa dell’anno prossimo, mi porterò dentro il ricordo del tramonto su Piazza dei Miracoli che ha fatto da sfondo a uno Spritz e tante risate a fine giornata, e della Torre che si appoggiava alla luna mentre passeggiavamo chiacchierando per le strade di Pisa.
Credo sia meglio trovare il coraggio di delineare quella che per ora è solo una bozza di idea, anche se ci fa paura o sembra impossibile, perché chissà, magari un giorno ne nascerà la Cappella Sistina o, come Spiderman, scopriremo di essere stati ‘morsi dall’idea giusta’ che ci trasformerà in supereroi.
L’ha ribloggato su La bottega dei traduttori.